LA MARINA DI SALO'
Un nucleo della Marina della Repubblica Sociale Italiana si costituì a opera soprattutto di Junio Valerio Borghese (MOVM), che raccolse nella X Flottiglia Mas fascista coloro che erano in armi in quel reparto prima dell'otto settembre e coloro che vi aderirono volontari dopo l'armistizio.
La X Flottiglia Mas aveva sede a La Spezia ( con la 1° Flottiglia Mas) e la continuò a mantenere il suo comando, raccogliendo una piccola parte dei battelli che riuscì a sottrarre ai tedeschi e quanto, nei porti vicini era sfuggito all'attenta razzia dell'ex alleato.
Ricostituito un governo fascista dopo la liberazione di Mussolini, il ministro della Difesa, maresciallo Graziani, nominò sottosegretario alla Marina la medaglia d'oro Antonio Legnani, che l'8 settembre comandava la Squadra sommergibili e che si era schierato per Salò.
Ma Legnani rimase ucciso quasi subito, il 20 ottobre 1943, in un incidente d'auto e al suo posto fu chiamato un altro ammiraglio Ferruccio Ferrini.
Egli si scontrò ben presto con l'indisciplinato, ma potente Borghese e giunse al punto di farlo arrestare; ne pagò quasi subito le conseguenze quando il comandante della X Mas fu immediatamente liberato per ordine di Mussolini, mentre Ferrini perdeva il posto.
Nuovo sottosegretario alla Marina divenne l'ammiraglio Giuseppe Sparzani, a sua volta silurato per ordine dei tedeschi, dopo la fucilazione da parte di costoro,a Genova dei comandanti della marina della RSI, Carlo Ungheer Loewmberg e il comandante in seconda Alfredo Fellner nel quadro di una feroce rappresaglia, sotto una falsa accusa di abbandono del posto, senza che le autorità fasciste fossero nemmeno avvisate del fatto.
A Sparzani successe la medaglia d'oro Bruno Gemelli, che rivestiva già varie cariche nel partito e che rimase a quel posto fino al termine del conflitto. Sul piano militare, la Marina di Salò non ebbe praticamente consistenza. Al di là di qualche mezzo d'assalto, di qualche Mas e di qualche imbarcazione di piccolo tonnellaggi, essa non disponeva di unità che le potessero consentire azioni vere e proprie.
La stessa X Mas, che bene o male aveva recuperato lungo il litorale ligure nei giorni successivi all'otto settembre, divenne ben presto una formazione di terra, dedicandosi prevalentemente alla lotta contro i partigiani e macchiandosi di numerose efferatezze. Un suo battaglione il "Barbarigo*" combattè sul fronte di Anzio e di Nettuno, ma come fanteria di Marina. Una delle quattro divisioni reclutate dai fascisti e addestrate in Germania si intitolò al glorioso nome di "San Marco" patrimonio della nostra Marina: ma anche in questo caso si trattò di fanteria che non trovarono mai impiego e che si dissolsero tra diserzioni e abbandoni di posto, prima di sciogliersi al momento della liberazione.

Un reparto organico della Marina della RSI fu la squadriglia "Castagnacci" formata dai Mas 505,553,556 e 561.
Di questi, il 561 l'otto settembre si trovava a Varazze sullo scalo di alaggio per riparazioni.
Fu catturato dai tedeschi e nel maggio1944 trasferito da essi ai fascisti, pur continuando ufficialmente a far parte della Marina germanica ( come del resto quasi tutte le unità della RSI).
Il "Castagnacci" era un reparto della X flottiglia Mas: dei suoi quattro mezzi d'assalto, il 561 fu affondato il 23 aprile 1945, nel corso di un agguato notturno da parte di motosiluranti alleate nell'alto Tirreno. Gli altri tre vennero autoaffondati nel bacino di Porto Maurizio il giorno successivo, quando ormai mancavano poche ore alle conclusione della guerra in Italia.

**ulteriori notizie sul sito: http://www.italia-rsi.org/farsixa/xabarbarigo.htm
                                          http://www.bertapiero.it/garibaldi/RSI/Barbarigo.htm

Tratto da Navi e Marinai editore Compagnia Generale editoriale anno 1970
Fregi della X MAS
Appartenenza alla X
da portare sulla manica
Fregio per pilota mezzi d'assalto
Superstiti del battaglione " BARBARIGO"
da portare sul taschino
  
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«Capitano di Corvetta M.M. Al comando del sommergibile Scirè, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoruscita del personale. Durante la navigazione di ritorno sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le dìfficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento.»

                                           Mediterraneo Occidentale, 21 ottobre-3 novembre 1940
M.O.V. M. al C.C. Junio Valerio Borghese
Junio Valerio Borghese durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana. Sull'unifomre spiccano la Croce di Ferro tedesca, la Medaglia d'Oro al Valor Militare e l'Ordine Militare di Savoia